Nove adolescenti, 5 maschi e 4 femmine, di età compresa fra i 14 e 17 anni, hanno partecipato a D’estatevi, 5 giorni di campo estivo a bordo di un grande brigantino armato a goletta, Nave Italia, salpato il 18 agosto dal porto di La Spezia.
L’obiettivo specifico del campo – un’azione inserita in A scuola di legame sociale: Wake up, progetto biennale realizzato dal CSV provinciale di Padova grazie ad un finanziamento del Co.Ge (Comitato di gestione del fondo speciale per il volontariato del Veneto) – è di approfondire la conoscenza del mondo del volontariato, dei suoi aspetti valoriali, motivazionali ed emotivi.
Il valore aggiunto di questa esperienza è che si svolge a bordo di un grande veliero di 61 metri di lunghezza, con un albero maestro alto 45 metri e una superficie velica di 1300 mq, capace di ospitare fino a 24 persone oltre ai membri dell’equipaggio. E’ stato messo in mare dallo Yacht Club Italia e dalla Marina Militare nel 2007 quando hanno dato vita alla Fondazione Tender to Nave Italia con la finalità di “utilizzare” la cultura del mare e della navigazione come strumenti di educazione, formazione ed inclusione, mettendosi a disposizione di progetti sociali con a capofila onlus, associazioni, scuole, ospedali, selezionati tramite bando.
Bando vinto per due anni consecutivi dal CSV di Padova grazie ad un progetto che si pone come obiettivo la promozione del benessere dei giovani, inteso come uno stato complessivo di buona salute fisica, psichica e mentale, offrendo loro spazi di protagonismo, valorizzando le loro competenze, contribuendo alla crescita dell’autostima, stimolando nuovi interessi e possibilità di impegno sociale, contrastando così il rischio di esclusione sociale. Obiettivo ancora più attuale alla luce del periodo di quarantena forzata dovuta alla pandemia Covid vissuto nei mesi scorsi, soprattutto dai minori.
“Quando si sale a bordo del brigantino non si è ospiti, ma si diventa a tutti gli effetti membri dell’equipaggio – racconta Mario Polisciano, psicologo dello staff del CSV ed uno degli accompagnatori dei ragazzi – ciò ha permesso ai partecipanti di conoscersi attraverso la condivisione di un’avventura in una dimensione completamente nuova. Il mare con le sue regole contribuisce a sviluppare la consapevolezza che chiunque a bordo, così come nella vita, deve dare il proprio contributo. Quando si dovevano issare le vele, tutti eravamo chiamati ad afferrare le cime; maschi e femmine, forti e meno muscolosi, timidi o spavaldi: solo insieme si riesce a dispiegarle e prendere il vento. Non è una metafora della cooperazione, è un gesto concreto e necessario se si vuole navigare”. Perché con gli adolescenti conta l’esempio e il fare, spesso più che le parole.
Tra i compiti dei ragazzi anche la cura della nave, comprese le sanificazioni e la preparazione dei tavoli per colazione, pranzi e cene. “I ragazzi sono stati bravissimi, hanno risposto con entusiasmo a tutte le proposte che gli sono state fatte. In più hanno rispettato con rigore tutte le limitazioni imposte dal protocollo anti covid – ricorda Ilaria Ferraro seconda accompagnatrice del CSV, manager di progetti. “Nel giro di pochi giorni si è formato un gruppo unito, capace di collaborare e sempre disponibile a fare la propria parte anche al di fuori dei turni assegnati.
Sentirsi parte di un equipaggio rafforza la consapevolezza delle proprie possibilità derivante dal superare le sfide, grandi o piccole, che la vita di bordo pone innanzi. Anche se la salita a riva fino a 10 metri di altezza sull’albero maestro, beh non è proprio una sfida piccola!.
Oltre a queste attività, sono stati proposti ai ragazzi momenti formativi per lo sviluppo di competenze sociali e relazionali e l’approfondimento della conoscenza del mondo del volontariato.
“Con questo progetto si vuole promuovere il benessere di ragazzi che stanno vivendo momenti di difficoltà presentando loro modelli positivi, offrendo spazi di protagonismo, valorizzando le loro competenze, stimolando nuovi interessi e possibilità di impegno sociale, contrastando così il rischio di esclusione sociale” precisa Ilaria Ferraro.
“Questa azione nel 2019 fu destinata a 18 ragazze e ragazzi segnalati dalle scuole o da altre istituzioni, perché sanzionati con la pena della sospensione o comunque a rischio di esclusione sociale, o da associazioni per giovani particolarmente attivi nel volontariato. Durante l’anno scolastico i partecipanti furono coinvolti in percorsi proposti dalle associazioni sia nelle scuole che presso le loro sedi e l’esperienza in nave nell’estate 2019 rappresentò la conclusione di un percorso di conoscenza e crescita. Quest’anno visto il periodo di lockdown, abbiamo dovuto modificare le modalità di selezione e il numero di partecipanti.
Alla partenza è stata issata sul brigantino la bandiera di Padova Capitale Europea del Volontariato 2020 per rappresentare la partecipazione al percorso che si sta compiendo nella nostra città anche da parte di chi stava veleggiando a parecchie miglia nautiche di distanza.
Che quello di Padova sia stato uno di pochi equipaggi ospiti di Nave Italia in questa estate 2020 assieme ad altri, con cui ci si è alternati, comunque provenienti da città o regioni molto colpite dal virus come Cremona o Milano, sta a significare quanto questa esperienza abbia rappresentato un’occasione di ripartenza dopo la separazione forzata e di riconquista di fiducia e capacità di vedere il futuro.