Gentile, ma capace di indignarsi davanti alle ingiustizie, attenta e pronta a rimboccarsi le maniche dove c’era bisogno di aiuto.
Gianna Mocellin, volontaria attivissima con Rete Radiè Resh, ad Haiti ha lasciato il segno.
E ad Haiti Rete Radiè Resh di Padova in collaborazione con la Fddpa, l’associazione dei contadini delle montagne, per ricordare “Manman Gianna”, ha lanciato il “Progetto Gianna” rivolto alla scuola e all’educazione.
In particolare il progetto riguarda la scuola professionale femminile “Giovanna Mocellin” di Souprann nel Nordovest del Paese e le sezioni di scuola dell’infanzia “Gianna bambini” a Fondol, Katien e Dofiné villaggi che si trovano sulle montagne. Un progetto che continua il suo cammino realizzando il sogno di Gianna di favorire l’istruzione dei figli e delle figlie dei contadini. Nel Centro professionale Giovanna Mocellin, l’unica scuola professionale della zona, si insegnano sartoria, ricamo e pasticceria. Il Centro è nato per dare alle donne contadine l’opportunità di apprendere un mestiere, vale a dire consegnare loro uno strumento importante per la loro lotta per l’emancipazione sociale ed economica.
«Conoscendo la sua sensibilità e preoccupazione verso i bambini delle montagne che dovevano andare a scuola ma non sempre riuscivano a farlo, alla sua morte abbiamo raccolto dei fondi e ad Haiti quando l’hanno saputo, oltre alla scuola professionale, hanno pensato che era giusto intitolarle la scuola dell’infanzia»
racconta Elvio Beraldin, marito di Gianna, che la ricorda con grande commozione.
Ad Haiti i segni del suo passaggio sono forti e visibili grazie anche alla riconoscenza della comunità:
«Mamma non ti dimenticheremo. I bambini di Haiti continueranno a vivere il sogno che tu hai avuto: “Una scuola per i bambini contadini”. Grazie mamma Gianna».
Ma di Gianna si trova traccia ovunque perché, come ha scritto di lei la Rete Radiè Resch
«il ricordo di Gianna richiama il profumo di una torta fatta in casa, il quotidiano domestico, la radiosità di una mamma e di una nonna capace di far stare insieme le cose, capace di accogliere in grembo le inquietudini dell’altrui vivere stemperandole con la dolcezza di un discreto sorriso».
È la diseguaglianza la molla che la faceva agire:
«Mi sono chiesta molte volte perché tanta diseguaglianza, perché molti hanno troppo e altri soffrono la fame. Ecco, io mi sento un nulla e impotente innanzi a questo, però la Rete mi ha dato e mi dà la possibilità di fare qualcosa. La rete di solidarietà che io vedo come tanti piccoli anelli uno intrecciata all’altro, mi fa sentire come uno di questi anelli con tanti e tanti amici che mi stanno accanto».
Un cuore semplice quello di Gianna, ma un cuore che ha mosso tanto, che grazie alla sua disponibilità, alla sua attenzione e sollecitudine, ha consentito a centinaia di bambini di andare a scuola e di crescere consapevoli, e alla Fddpa di intraprendere delle iniziative durevoli basate sull’economia solidale.