Il profit e non profit non possono più essere considerati come due ambiti diversi, ha affermato Paolo Gubitta – Professore ordinario di Organizzazione Aziendale, Università di Padova e componente Comitato Etico Padova Capitale Europea del Volontariato nel quinto e ultimo appuntamento dei webinar dedicati a “Il valore del volontariato”, in dialogo con Bettina Simoncini, Risorse Umane CUAMM Padova.
Stando alle evidenze raccolte dalla comunità scientifica le organizzazioni e le imprese si stanno ibridando in alcune modalità di gestione, si stanno incontrando nel mezzo. Il libro di Frey “Non solo per denaro – Le motivazioni disinteressate dell’agire economico” risulta rilevante per comprendere come, in realtà, nemmeno nel mondo dell’impresa tutto venga fatto per mero interesse.
In termini organizzativi è sempre fondamentale alimentare la cooperazione, la lealtà, la solidarietà dentro all’azienda, con logiche e finalità che non sono economiche.
Si può applicare questo ragionamento anche nel volontariato? Le ricompense intrinseche devono essere percepite come eque, come in un’azienda. Tuttavia, nelle organizzazioni di volontariato si costruisce anche la propria professionalità. Come ci si pone di fronte a un volontario che desidera impegnarsi, ma non ha le competenze per farlo? Come si coordinano i gruppi di volontariato, come si creano i percorsi di carriera, si possono interrompere i rapporti se non funzionali?
Bettina Simonicini ha affermato che un’organizzazione non profit necessità di forti competenze per portare avanti la propria missione e che anche i volontari vanno selezionati, soprattutto quando vanno combinate solidarietà e alta professionalità.
Fondamentale è essere consapevoli della persona che si sta cercando e del tempo per cui dovrebbe essere disponibile.
La motivazione, inoltre è un elemento costitutivo del lavoro in ambito umanitario. Qual è la combinazione tra bisogni interiori (emotivi) e la motivazione (razionale)?
Di fronte a persone che non sembrano adatte e pronte al ruolo, bisogna anche saper dire di no, ammette Simoncini. Questo sia per preservare la persona, i beneficiari dell’azione e i colleghi stessi.
Le persone però non vanno solo selezionate, ma vanno anche gestite chiarendo e definendo i ruoli e le responsabilità di ognuno.
“Il supporto organizzativo essenziale e imprescindibile, l’errore più grosso è far sentire la persona abbandonata. Non basta lo slancio della motivazione che ti fa partire, ma va nutrita nel tempo: ci si deve sentire rispettati, valorizzati, si deve generare un commitment affettivo” ha spiegato Simoncini. Per fare questo sono necessari ascolto, relazione e dialogo.
L’organizzazione deve seguire la persona che fa volontariato, coglierne le necessità e i desideri, poiché le aspettative cambiano nel tempo. I ruoli non devono essere cristallizzati, ma è importante offrire diverse possibilità di impegno all’interno della stessa organizzazione, mantenendo sempre saldi i valori di fondo su cui l’azione si basa.
Rivedi il webinar per approfondire le tematiche affrontate:
Nei mesi di dicembre 2020 e gennaio 2021 si è svolto il ciclo di incontri online “Il valore del volontariato” promossi da Padova capitale europea del volontariato con la collaborazione scientifica del Dipartimento di Scienze Economiche e Aziendali “Marco Fanno” dell’Università di Padova, grazie al contributo di Unicredit nell’ambito del percorso ImpresaèComunità.