Grazie al progetto “Per Padova noi ci siamo” si è riusciti fin dai primi giorni dell’emergenza sanitaria ad attivarsi per non dimenticare le persone più fragili delle nostre comunità. Con la grande risposta dei volontari e delle Associazioni e la collaborazione con Comune e Diocesi si sta garantendo l’ascolto e risposte concrete come la consegna di più di 300 spese di generi alimentari e farmaci in due settimane.

#Chiamaci pure è la finestra di ascolto che è stata aperta dal 14 marzo scorso: un numero di telefono (049 23 23 009) – attivo da lunedì a sabato dalle 9:00 alle 18:00 per raccogliere le necessità dovute all’isolamento forzato. Componetelo se avete bisogno della spesa, di ascolto, o avete piccoli problemi da risolvere. Segnalatelo a chi pensate che ne possa avere bisogno. Ad oggi sono state centinaia le telefonate effettuate da persone in difficoltà.

#Anch’io ci sono è l’opportunità che viene offerta ai padovani di rendersi utili, per fare la propria parte in tempi di responsabilità: chiamando il 049 86 86 849 – attivo 7 giorni su 7 dalle 9:30 alle 12:30 e dalle 14:30 alle 17:30 oppure scrivendo una mail a cisono@padovacapitale.it.

A oggi sono 853 i volontari che si sono messi a disposizione (il 30% in più rispetto alla prima settimana) e di questi ben 320 sono stati attivati. I volontari sono stati formati, assicurati e gli sono stati forniti i dispositivi i sicurezza personale (mascherina e guanti).

A tutti è stata chiesto di rispondere ad un breve questionario per censire le disponibilità, orari, rione di residenza. Dati fondamentali per creare una mappa di incrocio fra la domanda di aiuto e la capacità di risposta, zona per zona della città, in modo a ridurre al minimo gli spostamenti e velocizzare l’intervento.
In questo modo fino adesso si è stati in grado di rispondere in massimo 12 ore a ciascuna richiesta giunta al CSV e sabato scorso tutte le richieste della settimana avevano ricevuto un’attivazione tramite i volontari.

Nelle prime due settimane del progetto i volontari hanno raggiunto 310 persone portando direttamente alla loro abitazione la spesa o dei farmaci; nel 5% dei casi le spese sono state coperte economicamente dal progetto perchè destinate a persone in grave disagio.

A questa azione se n’è aggiunta un’altra, di grandissimo impatto: suddivisi per ciascun quartiere della città, i volontari hanno distribuito casa per casa a 3.500 anziani over 74 individuati come soli, cioè senza parenti residenti in città, ben 7.000 barriere protettive. E’ stata un’azione utile anche per stabilire un primo contatto e farsi conoscere; a tutti è stato consegnato il depliant della campagna, affinchè le persone conoscano il servizio d’ascolto e aiuto cui si possono rivolgere in caso di bisogno.

E’ stata una grande operazione di vicinanza come Mariangela Zanella – che coordina il gruppo i volontari della Guizza – ha raccontato al giornalista Cristiano Cadoni de Il Mattino di Padova.

“E’ un’esperienza fantastica, ci sono persone di tutte le età, ma soprattutto ragazzi meravigliosi per disponibilità e spirito di servizio. Siamo così tanti che abbiamo potuto adottare un anziano a testa. Ci sono anziani riconoscenti fino alla commozione. In questo periodo sta nascendo una rete di relazioni che prima non c’era nel quartiere. E per noi volontari credo che questa esperienza non si concluderà con la fine dell’emergenza, c’è un gruppo che può fare tanto altro”.
“E’ stata e continua a essere una straordinaria esperienza di umanità, che ci sta facendo costruire relazioni. E gli sforzi sono ripagati alla riconoscenza”.

Grazie al supporto della Diocesi e della Caritas Noi ci siamo ha fornito anche una risposta abitativa per 50 persone senza dimora. Inoltre grazie alle risorse economiche reperite con la raccolta fondi online e alla disponibilità di 26 volontari, le persone senza dimora attualmente ospitate nella struttura messa a disposizione dalla cooperativa Città So.La.Re. potranno stare nella struttura anche la mattina fino alle 11 e il pomeriggio dalle 14.

A queste azioni si è aggiunta la necessità di aiutare alunni e studenti: le nuove modalità di istruzione a distanza stanno infatti già creando delle disparità sociali e alcuni bambini e ragazzi rischiano di rimanere indietro rispetto ai compagni per problemi economico/sociali (mancanza di pc e connessione adeguati), per disabilità che impediscono una piena fruizione di una didattica da remoto, o per situazioni di povertà educativa in famiglia e nel contesto di vita.

In settimana scorsa sono stati acquistati 6 tablet provvisti di sim e consegnati a mamme sole vittime di violenza, accolte con i loro figli in strutture protette. Altri acquisti e consegne proseguiranno in questi giorni perché l’assessorato all’Istruzione, in coordinamento con i Dirigenti scolastici padovani, si stanno censendo le famiglie in difficoltà materiale a seguire la didattica a distanza.

#Fai una donazione: il progetto comprende anche una raccolta fondi.
Il ricavato andrà principalmente a sostenere le spese necessarie per l’acquisto di beni alimentari, farmaceutici, para farmaceutici che saranno consegnati dai volontari a chi ne avrà bisogno.
Una parte servirà per l’acquisto di mascherine e guanti e per sostenere le spese di alloggio per i senza dimora e per l’acquisto di strumenti informatici per i giovani e le famiglie in situazione di disagio economico e sociale.

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