Sabato 14 dicembre scorso in sala Anziani è iniziato ufficialmente l’anno di Padova Capitale europea del Volontariato. Nel corso della mattinata sono stati consegnati i kit ai volontari che, insieme ad associazioni e luoghi, che hanno deciso di essere ambasciatori di Padova 2020. Tra le persone già attive nei mesi di fine 2019 ha preso la parola Michela, giovane neo laureata da poco arrivata in città.

Ho pensato che per rispondere alla domanda “che cos’è per te fare del volontariato” la cosa più semplice sia partire dalla mia esperienza concreta.

Fare del volontariato significa venire in contatto con una serie di azioni trasformative: la chiamata che arriva dall’esterno, la disponibilità, la formazione e l’azione.

La mia esperienza come volontaria la Festival di Solidaria è iniziata con un e-mail inviata dal referente del CSV di Padova in cui si comunicava il bisogno di volontari. Avrei potuto dire di no, ma ho deciso di rispondere di sì e fare entrare questo elemento nuovo che è andato a spezzare e trasformare la mia quotidianità.

Essere volontaria per il festival ha comportato una serie di azioni molto semplici: supportare gli eventi e le conferenze, promuovere l’iniziativa nella casetta apposita, aiutare nell’organizzazione degli eventi serali.

E’ un insieme di eventi semplici, ma nonostante questo portano ad una trasformazione. Ad esempio ho visto diversamente un luogo altrimenti consueto, il ‘liston’, dove eravamo impegnati a fornire informazioni ai padovani. Essere là per Solidaria mi ha permesso di vivere la piazza che attraverso tutti i giorni in maniera differente. E di confrontarmi con i cittadini padovani, provare a fornire alcune risposte e di conoscere l’altro.

Mi viene poi in mente una persona, un volontario, con cui ho passato molte ore durante i turni: un signore di un’altra generazione in confronto alla mia, lui padovano e io appena arrivata in città. Una persona che non avrei mai potuto incontrare, viste queste differenze, ma con cui, grazie al caso dei turni, ho potuto stringere un’amicizia, un’affinità. Ecco, il volontariato ti porta ad uscire dalla tua solita cerchia di conoscenze e incontrare l’altro, a meravigliarti di avere degli scambi e arricchimenti reciproci.

Scegliere di essere una volontaria vuol dire per me affrontare l’imprevisto che ti toglie dai lacci della quotidianità.

Nel momento che sentiamo la domanda e decidiamo di farci coinvolgere, si esce dalla zona di sicurezza di noi stessi. Dire di sì non è solamente intraprendere una catena di azioni, ma entrare in contatto con un’esperienza che contiene in sé valori ed una posizione etica. Per questi motivi il volontariato permette a tutti e a tutte noi di scoprirci soggetti morali.

Fare del volontariato consente di appartenere ad una comunità di destino.

Michela Mivida Di Meo