In occasione del XX anniversario della Convenzione Europea del Paesaggio, nell’ambito di Flomart – Salone internazionale del Verde, si è tenuto il Festival del Paesaggio online. Promosso da Issase APS in collaborazione con il CSV di Padova, Dipartimento di Scienze Storiche, Geografiche e dell’Antichità dell’Università di Padova, Università Iuav di Venezia, Associazione Italiana Insegnanti di Geografia – Sezione Veneto, Associazione MoVI Veneto, Associazione Veneta per lo Sviluppo Sostenibile e Padova Hall SpA con il contributo della Fondazione Cariparo, l’evento ha visto susseguirsi dalle 15.00 alle 19.00 una serie di eventi, primo fra tutti un workshop dal titolo “Il Paesaggio come opportunità”. In due ore, gruppi di persone attivi in diversi campi si sono confrontati durante su alcune delle questioni chiave che emergono dalla Convenzione europea del Paesaggio: tensioni e polarità, paesaggi ordinari e straordinari, il paesaggio nato dal benessere o il benessere nato dal paesaggio e questo ha evidenziato un grande desiderio di impegno e sguardo al futuro.

Dopo l’intenso workshop, si è tenuta l’inaugurazione della mostra fotografica “Paesaggi Urbani”, il prodotto finale della Photobike organizzata dal Tavolo Ambiente e Urbanistica di Padova Capitale Europea del Volontariato il 13 settembre, con la partecipazione di 200 persone.

Come sottolineato dal Presidente del CSV di Padova Emanuele Alecci,

“il Tavolo Ambiente e Urbanistica ha lavorato sul tema della rigenerazione, tema fondamentale per i piani urbanistici della nostra città poiché il paesaggio è un bene di tutti”.

La mostra, presentata in versione digitale, racchiude la mappatura fotografica di spazi da rigenerare e in via di rigenerazione. Anche un gruppo di fotografi professionisti è stato coinvolto in questa iniziativa e, a descrivere il percorso di immagini, c’era proprio uno di loro, Paolo Mazzo.

“Accorgersi del paesaggio e costruire una grammatica per imparare a rapportarci con questo paesaggio ha fatto scoprire una città nuova ha dato l’opportunità a tanti di guardare con occhi diversi il paesaggio”

con queste parole il fotografo ha introdotto l’iniziativa e la mostra fotografia che ne è nata.

Dell’Itinerario 1 si sono occupate le fotografe Paola Vecchiato, che ha posto il suo sguardo sui ponti catturandoli in bianco e nero e Beatrice Mancini, che ha fotografato il verde e il rapporto con le vie di comunicazione e scorrimento.

L’Itinerario 2, invece, è stato fotografato da Paolo Mazzo che si è concentrato sulla stratificazione, ovvero nuove costruzioni sopra quelle vecchie. L’itinerario 3 ha visto protagoniste le storie di chi quelle zone le vive ogni giorno. Il fotografo Ferdinando Fasolo ha fatto dei ritratti con la tecnica in bianco e nero su pellicola, Guido Turus ha fotografato i partecipanti alla biciclettata e, infine, Alen De Cesare si è concentrato sulla street art. A concludere l’esposizione si trova un estratto delle foto amatoriali scattate dai partecipanti. Matteo Mascia, coordinatore del Tavolo Ambiente e Urbanistica, sottolinea come la mostra raccolga “la vivacità e la ricchezza degli sguardi e dei paesaggi urbani da rigenerare”. La mostra in versione digitale sarà fruibile nel sito di Flormart, sul sito web di Padova Capitale e di ISSASO.

La conclusione del Festival è stata affidata ad Andrea Pennacchi che, a modo suo, ha provato a spiegare il concetto del paesaggio secondo l’approccio introdotto dalla Convenzione vent’anni fa.

“Quando andavo in vacanza, dalla macchina potevo avere un piccolo quadro da cui guardare e capire l’idea del paesaggio. Persino le cose che ti sono familiari messe in cornice diventano paesaggio”

ha sottolineato l’attore.

Anche nella Costituzione italiana si tutela il paesaggio e il patrimonio artistico della nazione, poiché “il paesaggio riflette gli uomini e viceversa”. Pennacchi ha citato inoltre autori come Turri, per cui il “paesaggio è come un teatro, nel quale individui e società recitano le loro storie” e Zanzotto, secondo cui “quello che noi chiamiamo paesaggio irrompe nell’animo umano”. Pennacchi poi ha evidenziato come ci pensiamo sempre dentro ad un paesaggio e che questo “è qualcosa di personale e universale”. Perfino la storia di Padova e del suo territorio, secondo l’attore, è frattale poiché “più la guardi più vedi la struttura del cosmo e sembra lo specchio del mondo”. Pennacchi si è concentrato sul ruolo dell’identità, che non significa mettere una staccionata dove non dovrebbe esserci, ma come gioco d’amore tra noi e il paesaggio.

“Gli uomini tracciano il paesaggio con storie ed è una rete che va tessuta e ritessuta man mano che cresci” ha affermato Pennacchi, “a questo serve salvaguardare il paesaggio, a salvaguardare te”.

Il Festival è il frutto di una concertazione tra varie realtà padovane e tra persone che, da tempo, si confrontano sul tema del paesaggio. Guido Turus, tra gli organizzatori sia di questo Festival sia di Solidaria che a settembre ha dato ampio spazio al tema del paesaggio, ci ha tenuto a sottolineare come le celebrazioni del 2 dicembre siano da inserire in un percorso più ampio e in una visione collettiva. La professoressa Castiglioni, geografa dell’Università di Padova, ha aggiunto inoltre che

“la Convenzione quest’anno ha rappresentato un tema che ci ha colpito duramente, forse perché siamo rimasti nel nostro paesaggio forzatamente” ha sottolineato Castiglioni “ma questo ci ha dato l’occasione di dirci la novità portata dalla Convenzione, ovvero il rapporto tra la popolazione e il paesaggio”.

È la consapevolezza a fare la differenza, ha concluso Guido Turus, perché

“siamo noi a decidere, in ogni paesaggio, come renderlo e farlo essere. C’è un preciso richiamo alla responsabilità e, soprattutto, a non darlo per scontato”.