A inizio maggio è iniziata la Fase 2 anche per l’impegno dei tanti volontari che si sono resi disponibili nel progetto Per Padova noi ci siamo.
Molti fra di loro continuano ad essere inseriti in associazioni che si occupano della distribuzione di pacchi alimentari alle famiglie più fragili, le cui domande crescono perché è adesso che l‘emergenza sanitaria rischia di consolidarsi in crisi sociale. Il cibo è raccolto grazie alle spese solidali che i padovani possono continuare a donare presso la maggioranza dei punti vendita della nostra città ed è integrato da acquisti grazie ai fondi del progetto.
Così come permane l’impiego a fianco di Caritas presso la casa Arcella che sta assicurando un domicilio a 52 persone senza fissa dimora; l’accoglienza diurna e le cene sono tra gli impegni dei volontari.
Nel frattempo nuovi compiti stanno arricchendo le azioni di solidarietà del progetto. Nascono dalla lettura dei bisogni della comunità padovana, dal confronto e coordinamento con le Istituzioni e fanno tesoro dell’esperienza accumulata nel tempo. Il tutto diventa possibile grazie alla disponibilità di molte persone; è così che di settimana in settimana nuovi volontari vengono indirizzati a nuove mansioni, dopo aver esaminato le attitudini personali indicate dagli stessi nelle schede di presentazione e non senza aver curato un’adeguata formazione e provveduto all’assicurazione.
C’è chi si occupa delle risposte telefoniche alle numerosissime chiamate che continuano a arrivare al 049 23 23 009, numero messo a disposizione per #chiamacipure.
Altri sono impegnati a visionare le aperture dei parchi pubblici, assicurando una presenza serena con il compito di ricordare le semplici ma basilari regole che tutti quanti dobbiamo osservare per garantire la sicurezza nostra ed altrui: il distanziamento interpersonale e come indossare la mascherina in primis.
Altri ancora affiancano i dipendenti comunali nelle aperture delle biblioteche civiche di quartiere che sono nuovamente aperte per il solo servizio di ritiro e consegna libri e non per la consultazione. Questi importanti presidii di cultura di prossimità oggi vedono assenti quei tanti volontari anziani che in questi anni hanno garantito l’implementazione del servizio. Oggi, essendo tra le persone più a rischio, non vengono attivati per motivi precauzionali. Al loro posto si sono avvicendati altri cittadini attivi più giovani, cogliendo l’occasione di un importante passaggio di testimone generazionale.
Sono tutte attività accomunate da alcuni princìpi; per prima cosa deve essere evidente il valore solidaristico dell’azione progettuale, sia essa tipo individuale piuttosto che indirizzata all’intera comunità. Si tratta di servizi gratuiti e universali.
Non meno importante è la garanzia che l’impiego dei volontari non sia in sostituzione di personale dipendente e retribuito, ma sia un affiancamento che permette di svolgere azioni aggiuntive, a esempio di tipo innovativo o sperimentale, oppure che consenta al professionista di svolgere la propria funzione in una clima di sicurezza e serenità, a tutto vantaggio della qualità del servizio e del rapporto con il cittadino.
Infine il CSV seleziona progetti di intervento in cui sia evidente la temporaneità dell’impiego, dovute all’eccezionalità del periodo che stiamo attraversando.
E’ all’interno di queste coordinate valoriali che è allo studio con il settore Interventi educativi del Comune il ruolo che i volontari potranno avere a supporto dei centri estivi, con riferimento a quelli che nel recente passato sono stati attivati dal tavoli di comunità di quartiere, rivolti ad accogliere nei mesi estivi minori provenienti da situazioni di fragilità socio-economica, che non prevedono rette e che rispondono a un progetto educativo di più ampio respiro con a capo gli educatori.
Qui trovate il questionario che può essere compilato da chi vuole mettersi a disposizione.