Qual è il valore che il volontariato e le organizzazioni del terzo settore generano?

Esistono numerosi strumenti e approcci utili per misurare il valore delle iniziative di volontariato e per comunicare questo valore. Condividere come si misura il valore prodotto dal volontariato è il percorso offerto dal ciclo di incontri “Il valore del volontariato. Vantaggi economici e sociali di una società coesa” promossi da Padova capitale europea del volontariato con la collaborazione scientifica del Dipartimento di Scienze Economiche e Aziendali “Marco Fanno” dell’Università di Padova e grazie al contributo di Unicredit, nell’ambito del percorso “Impresa è Comunità”, e organizzato dal professor Paolo Gubitta, professore ordinario di Organizzazione Aziendale, Università di Padova e componente Comitato Etico Padova Capitale Europea del Volontariato.

“Partnership pubblico-privato: nuovi modelli orientati all’impatto” è la webinar che il 3 dicembre scorso ha dato il via al ciclo di incontri partendo dal convincimento che «il volontariato vale» e che nelle comunità in cui il volontariato è attivo i livelli di coesione sociale sono più elevati. La conoscenza di queste tecniche permette di rendere più efficaci i processi di raccolta e impiego di risorse anche finanziarie, di creare collaborazioni con il sistema delle imprese, e di organizzare al meglio le attività e gestire le persone che generano il valore delle iniziative di volontariato. Ne ha discusso Niccolò Gennaro, direttore CSV Padova, con Nicola Cabria, chief operating officer di Human Foundation.

«Servono nuovi modelli per dare risposte ai cittadini in modalità nuove e quindi serve un ruolo attivo dell’impresa e dei soggetti finanziari del territorio – ha spiegato Nicola Cabria – Ma il volontariato deve deve assumersi un rischio, quello del “payment by Result” (pagamento sui risultato), un modello innovativo di capacità di risposta dei territori»

ha spiegato Cabria ricordando anche che Human Foundation, grazie all’attività di valutazione d’impatto, indica quali sono le innovazioni che funzionano, perché e come agiscono, fino a stimare il valore sociale e monetario dell’investimento sociale erogato.

Il valore sociale quindi come elemento importante per interagire con successo e consapevolezza anche con il mondo profit proponendo un modello che vede la pubblica amministrazione agire con un soggetto o una rete del terzo settore sia cooperative sociali che diventano imprese sia Odv, cioé soggetti che erogano servizi, cui si aggiungono due nuovi attori: gli investitori privati e, ultimo, il soggetto valutatore che certifica i risultati ottenuti.

«Qual è il cambio di paradigma? La rendicontazione che spiega gli effetti generati non tanto nei numeri (quante persone coinvolte) ma nell’efficacia servizio, nella quantificazione delle risorse utilizzate per supportare le attività messe in campo dai soggetti del terzo settore – ha spiegato ancora Cabria – Perché il modello giri, c’è bisogno della valutazione dell’impatto sociale: vale a dire un soggetto terzo che certifichi che alcuni risultati previsti all’interno di un contratto specifico siano raggiunti perché più raggiungiamo gli obiettivi più il soggetto finanziatore ha riscontro. Sono strumenti mai usati in Italia e i finanziatori ci stanno perché hanno colto l’opportunità. Per il volontariato significa comprendere la cultura del rischio: chi propone sottende i risultati e li raggiunge».

Il prossimo appuntamento sarà giovedì 17 dicembre 2020 dal titolo “Il volontariato vale: quanto?”
Speaker: Raffaele Miniaci, Professore ordinario di Economia Politica, Università di Brescia e
direttore dell’Osservatorio dell’Economia Sociale Bresciana

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