La scuola da sola non basta più e non solo per questione di spazi.
Per questo la ripartenza può essere l’occasione per allargare l’orizzonte con una proposta concreta:

«Quest’anno partiranno i corsi di educazione civica, perché non svolgerli in collaborazione
con le associazioni di volontariato?»

propone Emanuele Alecci, presidente del CSV di Padova capitale europea del volontariato 2020.

«In questo modo si possono alleggerire gli spazi scolastici e gli oneri degli insegnanti, dando ai ragazzi la possibilità di sperimentare le diverse realtà del volontariato e di acquisire competenze non formali, che saranno utili anche nel mondo del lavoro».

Aggiunge Alecci,

«Del resto la strada è ampiamente tracciata, visto che nell’anno scolastico 2018-2019 i Csv italiani (Centri servizi del volontariato) hanno realizzato 219 progetti nelle scuole, coinvolgendo 1.800 istituti primari e secondari di primo e secondo grado, oltre 118 mila studenti, 4.741 insegnanti e 3.429 istituzioni non profit».

Sono i dati emersi dal censimento 2019 realizzato da CSVnet sulle esperienze legate alla promozione del volontariato fra i giovani.

Spiega Alecci:

«Che la scuola da sola non basta più lo dicono i dati, secondo l’indagine realizzata da Demopolis per l’impresa sociale Con i Bambini, nell’ambito del Fondo per il contrasto alla povertà educativa minorile, quasi metà degli intervistati, il 46%, è convinta che la responsabilità della crescita dei ragazzi appartenga a tutta la comunità e non soltanto alla scuola. Se da una parte il sistema scolastico fa i conti con la mancanza di fondi e di spazi e con problemi di contenimento non soltanto sanitario, ma anche comportamentale, pensiamo al bullismo, dall’altro lato ci sono migliaia di realtà del non profit che possono affiancare le scuole, fornendo stimoli e strumenti di crescita per integrare l’attività educativa».