Oltre le comunità, per diventare vera comunità. Si può sintetizzare così il progetto “Oltre” promosso dall’associazione Welcome di Padova, una delle realtà non profit impegnate nella gestione di comunità di accoglienza per minori in stato di disagio e a rischio di emarginazione.

Il progetto nasce per accompagnare e sostenere questi ragazzi verso il raggiungimento dell’autonomia, intesa sia in termini di indipendenza economica e lavorativa che di empowerment.

Obiettivo ambizioso per il quale l’associazione è partita dalla consapevolezza che era necessario attivare il territorio. Il progetto ha visto la luce con il partenariato delle associazioni Murialdo, Amicizia, della cooperativa Equality e la collaborazione di Comune, Progetto Giovani, Centro per l’Impiego, Provincia, CSV e Università degli Studi.

“I ragazzi accolti dalle nostre comunità sono italiani e stranieri e hanno alle spalle vissuti diversi e problematiche. I bisogni che emergono sono multifattoriali e dipendono anche dall’età” spiega Lara Troncon di Welcome. Per i minori stranieri non accompagnati sono stati attivati corsi di italiano con metodologie attive mentre per i ragazzi con maggiori difficoltà relazionali si è avviato un laboratorio di teatro. Ai ragazzi di 16-17 anni è stato proposto un laboratorio di educazione al lavoro e per 20 di questi si sono attivate borse lavoro in aziende.

“Il percorso di inserimento lavorativo è stato una sfida. Da un lato abbiamo lavorato per creare un rapporto di fiducia con le aziende che hanno risposto all’appello e dall’altro abbiamo seguito i ragazzi nella gestione dei tempi e della fatica lavorativa. Siamo soddisfatti perché 4 di queste borse lavoro si sono prorogate con un tirocinio” prosegue Troncon.

“Oltre” ha permesso di creare una rete tra tutte le comunità padovane. “Per la prima volta siamo riusciti ad organizzare un percorso formativo condiviso con tutti gli educatori; ciò ha permesso di socializzare le esperienze per migliorare la capacità nostra e dell’intera comunità di accompagnare i ragazzi ad acquisire le sicurezze necessarie per una vita autonoma”.

Non scordiamo che autonomia è una parola ombrello: può avere infiniti significati perché innumerevoli sono i gradi e gli ambiti nei quali si può esplicitare. Questo spiega perché, per le persone con disabilità, i percorsi di autonomia non possono essere univoci e devono diventare accompagnamento ad acquisire nuove capacità. Richiedono tempo e che investono tutta la famiglia, che necessita di essere adeguatamente supportata.

Lo sa bene Laura Dalla Nora che, insieme ad altri familiari di persone con disabilità, da anni è in prima linea con Nuova Realtà e con l’associazione Irpea Padova per portare i bisogni delle famiglie al centro delle decisioni politiche e del dibattito sociale. 16 anni fa ha avviato i primi percorsi di autonomia.

“Attualmente le principali criticità nascono dalla 112, la legge ‘del dopo di noi’; è stata istituita nel 2016 per introdurre finanziamenti ed agevolazioni per garantire un progetto di vita delle persone con disabilità grave, da continuare anche quando perdano il sostegno familiare. Ora il finanziamento si è ridotto. Nel concreto significa che le famiglie, quando riescono ad accedere a nuove strutture, simili ad un co-housing, devono sostenere costi sempre maggiori, fino al 30% della spesa complessiva” illustra Dalla Nora.

Per questo le associazioni hanno imboccato la strada della raccolta fondi, dando spazio ai bisogni delle famiglie perché tutti si sentano coinvolti.

Ambedue i progetti sono stati oggetto di convegni di studio, svolti in città due mesi fa. Tasselli importanti di una riflessione che troverà nei tavoli di preparazione a Padova Capitale 2020 un luogo in cui esprimersi.

Anna Donegà