L’economia deve ripartire pensando al benessere. Non alla crescita

di Tim Jackson*

Distribuzione della ricchezza, qualità della vita e tutela del Pianeta. Sono gli obiettivi alla base dell’economia del benessere e devono orientare le scelte politiche. C’è qualcosa di «fondamentalmente sbagliato» nel modo in cui misuriamo il progresso economico e sociale. Convenzionalmente misuriamo il successo economico di una nazione con il Pil (prodotto interno lordo, ndr), cioè considerando il valore economico di beni e servizi prodotti nell’economia. Ma il Pil nulla dice sulla distribuzione del reddito tra ricchi e poveri, sui costi ambientali di produzione e del consumo, e dice poco anche sulla capacità di miglioramento del nostro benessere sul lungo periodo. Persino la rivista The Economist oggi riconosce che il Pil non può misurare la prosperità.

L’eccessiva dipendenza dal Pil ha impedito alla maggior parte di economisti e politici nel 2007/8 di vedere che un debito insostenibile ci stava conducendo a una crisi finanziaria globale. Allo stesso modo, ha impedito di capire che la “ripresa” sarebbe andata soprattutto a beneficio dei ricchi, portando a crescenti disuguaglianze e lasciando indietro intere comunità, e li ha inoltre resi ciechi ad alcune serie minacce per la sicurezza economica e la stabilità sociale sul lungo periodo, quali il cambiamento climatico e la perdita delle biodiversità.

Servono nuovi indicatori per misurare ciò che conta davvero, ma gli indicatori ci sono, bisogna cambiare il concetto di economia, non solo per misurare, ma anche per orientare la politica.

Il concetto di “economia del benessere” riscuote sempre più interesse. Lo scorso anno, durante la presidenza finlandese, il Consiglio dell’UE ha definito l’”economia del benessere“ come: «un approccio orientato alle politiche e alla governance che mira a mettere le persone e il loro benessere al centro delle politiche e del processo decisionale»

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Tim Jackson è un economista ecologico britannico, professore di Sviluppo sostenibile all’University of Surrey e direttore del Centre for the Understanding of Sustainable Prosperity – CUSP (il Centro per la comprensione della prosperità sostenibile).