Quando usciremo dall’emergenza, sarà ancora più attuale quel Ricuciamo insieme l’Italia che identifica Padova Capitale Europea del Volontariato 2020. Questa epidemia rischia per davvero di sconquassare la nostra società.
La ragione è presto detta: l’emergenza sociale investe l’intera società, ma non è uguale per tutte le persone.
Potremmo pudicamente dire che i vari segmenti della popolazione saranno colpiti in modo differenziato dagli effetti della prolungata emergenza.
Potremmo reclamare (con facciamo sempre, senza mai crederci fino in fondo) un’adeguata operazione di redistribuzione da fare immediatamente.
Potremmo anche pretendere dalla classe politica di prendere decisioni coraggiose per il bene comune e non per il consenso.
Ma non è abbastanza.
Il tessuto sociale è messo a dura prova e rischia di sfilacciarsi prima e rompersi poi.
Governi (nazionale e regionali, ma anche europeo) e Parti Sociali stanno mettendo tutte le risorse possibili per contenere il contagio economico e sociale che seguirà all’emergenza sanitaria e per scongiurare il rischio che si creino focolai di infezione settoriali, territoriali e professionali che potrebbero squassare il nostro sistema.
Ma non è ancora abbastanza.
Serve sin d’ora la capacità di progettare azioni di contenimento mirate, preventive e tempestive.
È qui che il volontariato e Padova Capitale Europea del Volontariato 2020 sapranno esprimere il meglio di sé, in linea con quel Ricuciamo insieme l’Italia che ho già citato.
Le azioni che servono devono essere al servizio di quella parte della popolazione che dispone di riserve di risorse (materiali, finanziarie, cognitive e relazionali) per affrontare l’emergenza e chi invece non le ha. Che si tratti di persone anziane e sole, o di famiglie in difficoltà, o di imprese al limite del collasso, non c’è tempo per aspettare le politiche pubbliche di sostegno. Vanno promossi e sostenuti comportamenti di «cittadinanza attiva», basati sulla capacità della popolazione di organizzarsi in modo multiforme, di mobilitare risorse di qualsiasi tipo, e di agire con logiche specifiche e responsabili per tutelare e prendersi cura dei beni comuni.
Ci servono solidarietà e generosità di vicinato: telefonare alle persone che sappiamo essere sole; rendersi disponibili per supportare chi ha bisogno (adesso) di una mano; dare a chi ci abita accanto i nostri codici di accesso alla rete wi-fi; prestare i nostri tablet a chi non li ha ma ne avrebbe bisogno per lavorare o semplicemente per restare collegato con il resto del mondo senza uscire di casa; prestare denaro a conoscenti che ne hanno letteralmente bisogno per arrivare a domani o dopodomani; condividere le risorse con chi ne ha necessità (adesso).
In Padova Capitale Europea del Volontariato 2020 c’è però anche qualche cosa in più.
Ed è il progetto Impresa e Comunità, che ha lo scopo di coinvolgere la comunità imprenditoriale in azioni a supporto della Comunità.
In queste drammatiche settimane, la comunità imprenditoriale ha risposto all’appello.
Chi ha potuto, ha adattato le linee produttive per realizzare prodotti utili in questa emergenza. Chi, invece, non ha potuto farlo, ha trovato altre modalità per contribuire a ricucire l’Italia.
I casi sono numerosi.
Ma ce n’è uno che per ampiezza e profondità supera tutti gli altri.
È quello di un’azienda del Nord Italia, a proprietà familiare, di seconda generazione, come ce ne sono centinaia di altre in tutto il Paese. Ed è anche una Società Benefit. Questa famiglia imprenditoriale ha indicato nel proprio oggetto sociale le finalità specifiche di beneficio comune che intende perseguire, dando stabilità e certezza a un progetto imprenditoriale in cui la massimizzazione del profitto non costituisce l’unico obiettivo dell’attività aziendale e il bilanciamento dell’interesse dei soci con quello degli altri stakeholders diventa centrale.
È un’impresa manifatturiera con solide radici in Italia, ma che porta i suoi prodotti in tutto il mondo e lavora in uno dei settori tipici del Made in Italy e sa coniugare in modo esemplare il saper fare manifatturiero, la creatività e il gusto estetico.
Cosa ha fatto di particolare interesse questa impresa in queste drammatiche settimane?
Ha fatto cose che pochi sanno fare.
Ha scritto alle proprie maestranze
«Mai come ora siamo fieri di aver contribuito con le nostre imposte che hanno consentito il mantenimento del sistema di sanità pubblica. Anzi, forse oggi avremmo voluto averne pagate ancora di più».
Ha esortato all’impegno dicendo
«[…] in questo momento il nostro dovere [è] quello di non diventare un peso anche per il sistema economico che verrà messo tra poco a dura prova».
Ha comunicato di aver apportato
«dei miglioramenti al […] regolamento di welfare che potrà, in caso di necessità, mitigare le eventuali riduzioni di retribuzione netta dovute alla cassa integrazione».
Ha
«ricevuto questa settimana 100 mascherine in tessuto riutilizzabili previo lavaggio che abbiamo deciso di distribuirvi nel numero di due a testa perché vi potrebbero essere utili per i vostri movimenti o quelli dei vostri familiari».
Ha preparato un catalogo per mettere
«a disposizione tutte le possibilità di formazione gratuita affinché il nostro tempo di eventuale inattività possa essere utilizzato al meglio».
Ha ringraziato
«[…] tutti voi che state lavorando in fabbrica o da casa e anche quelli di noi che sono a casa senza lavorare perché, anche se in panchina, so che stanno tifando per chi sta giocando questa partita complicata».
Ha (udite udite)
«stipulato una polizza che possa coprire eventuali contagi».
E, infine, la famiglia proprietaria ha comunicato che sta
«esaminando l’opportunità di finanziare l’attività di campionamento attraverso tamponi che […] pare essere la modalità più convincente da utilizzare per la riduzione del contagio»
Ricuciremo l’Italia insieme al volontariato e a imprese come questa. E Padova Capitale Europea del Volontariato 2020 sarà protagonista, anche dopo la fine del 2020.
Paolo Gubitta è professore ordinario di Organizzazione aziendale all’Università di Padova e direttore scientifico del Center for Entrepreneurship and Family Business di CUOA Business School. È componente del Comitato Etico di Padova Capitale Europea del Volontariato 2020.