Il 21 aprile il CEV – Centro Europeo del volontariato – ha organizzato un webinar dal titolo “Volunteering strategies in Covid-19 Crisis”, strategie di volontariato durante l’emergenza da Covid-19.
Dopo un’introduzione di Gabriella Civico, direttrice del CEV, sono intervenuti i rappresentanti dei centri per il volontariato di Padova, attuale capitale europea del volontariato per l’anno 2020, di Berlino, nominata capitale del volontariato per il 2021, dell’Irlanda e dell’Estonia. Ha concluso il webinar Lejla Sehic, presidente del CEV. I diversi rappresentanti europei che sono intervenuti hanno portato la loro testimonianza rispetto a come le realtà del volontariato nei diversi Paesi si sono attivate a partire dall’inizio dell’emergenza sanitaria e come tuttora si stanno muovendo.
Il confronto è stato interessante anche per la diversità dei contributi pervenuti. Per Padova infatti ha parlato un rappresentante del CSV, per Berlino un referente della municipalità e per l’Irlanda e l’Estonia rappresentanti di coordinamenti associativi operanti a livello nazionale: questo ha fatto sì che emergessero prospettive differenti e arricchenti sia per ciò che riguarda l’ambito territoriale – locale per Padova e Berlino e nazionale per Irlanda e Estonia – ma anche per la voce del volontariato nel caso delle ultime due, della pubblica amministrazione nel caso di Berlino e mista, con una collaborazione tra società civile e amministrazione nel caso di Padova.
Fin dall’inizio dell’emergenza che la pandemia di Covid-19 ha creato in Europa la cittadinanza si è attivata con iniziative di sostegno alle fasce della popolazione più fragili.
Come ha detto Lejla Sehic, presidente del CEV – Centro Europeo per il Volontariato
“la risposta veloce dei cittadini e il lancio di numerose iniziative di volontariato dimostrano l’importanza fondamentale di una società civile dinamica e reattiva nel riaffermare lo spirito di una comunità solidale e resiliente. Se finora il volontariato aveva fatto affidamento principalmente sulle relazioni e le attività già esistenti, in un momento storico senza precedenti, in cui viene richiesto il distanziamento sociale e le attività delle associazioni e dei volontari hanno dovuto fermarsi, il mondo del volontariato ha dato prova di sapersi reinventare, e in particolare ha mostrato la determinazione a raggiungere ed aiutare le persone più vulnerabili”.
Padova sta vivendo il suo anno da capitale europea del volontariato, e i programmi per questo anno speciale erano sicuramente diversi – come ha spiegato Ilaria Ferraro -.
“Un mese dopo la cerimonia di inaugurazione alla presenza del Presidente Mattarella è stato chiuso tutto, e gli eventi in programma sono necessariamente stati sospesi. Abbiamo deciso di riadattare le attività della capitale del volontariato alla situazione di emergenza che ci siamo trovati a vivere, e a partire da metà marzo è stato avviato il progetto “Per Padova noi ci siamo”, nato grazie alla collaborazione di CSV, Comune e Diocesi di Padova. Questo progetto ha avuto fin dal primo momento una grande risposta, e ha aiutato a gestire in modo sicuro e organizzato tutte le iniziative di volontariato che già erano nate dai cittadini, assicurando così lo svolgimento delle azioni solidali in sicurezza e con tutti i dispositivi di protezione richiesti dalla normativa”.
Anche in altre città d’Europa il mondo del volontariato si è attivato per dare risposte quanto più possibile efficaci per affrontare l’emergenza in corso.
A Berlino, capitale europea del volontariato 2021, è stato aperto il portale “Bürgeraktive” (cittadinanza attiva), grazie al quale le persone possono trovare informazioni riguardo le attività di volontariato “ai tempi del Coronavirus”, sulla reperibilità dei dispositivi di protezione e sulle misure di sicurezza da rispettare. È stato inoltre attivato un servizio di intermediazione tra associazioni/volontari e cittadini che hanno bisogno di assistenza; inoltre, è attivo un sistema che combina i professionisti che si mettono a disposizione come volontari per mansioni specifiche e le associazioni che richiedono determinati servizi. Sono state create delle brochure dedicate alle fasce più anziane della popolazione con le informazioni fondamentali sulle misure di sicurezza personale da adottare e su come contattare i volontari per chiedere loro aiuto, ed è attivo un numero di telefono per rispondere ai bisogni delle persone.
Come a Padova, sono partite delle iniziative di spesa solidale e la raccolta e distribuzione di buoni spesa per le persone che vivono situazioni di fragilità economica.
A Berlino sono state attivate anche delle iniziative per i rifugiati, per coinvolgerli nelle attività di volontariato: molti di loro sono impegnati in attività manuali, in particolare nella produzione di mascherine, altri invece sono di supporto al personale sanitario qualora avesse bisogno di traduzioni quando viene data assistenza ad altri cittadini stranieri.
In Irlanda, dove solitamente c’è più offerta da parte dei volontari che effettivo bisogno, in questo periodo si punta molto sulla loro formazione (a distanza); l’iniziativa #VolunteerFromHome è un modo anche per tenere vivi i contatti con i numerosi cittadini che si sono messi a disposizione per svolgere attività di volontariato, nella consapevolezza che ce ne sarà sempre più bisogno. Lo scopo è quello di fare in modo che tutte le persone che vorrebbero agire, con le migliori intenzioni, siano anche preparate e rispettino le misure di sicurezza adottate dalle diverse città e regioni del Paese. Si sta anche lavorando con le autorità locali in modo da avere un supporto assicurativo per i volontari e i fondi necessari per le associazioni perché possano svolgere un ruolo di aiuto e di sostegno al personale sanitario e ai lavoratori sociali.
In Estonia, a partire dal 12 di marzo, è stato attivato un portale dedicato alle linee guida per i volontari, per organizzare le attività in una rete ampia e collaborativa, che include anche la Croce Rossa e alcuni rappresentanti del Governo.
Nella cultura estone le persone non sono abituate a chiedere aiuto e non sono molto abituate al volontariato; sono state create delle linee guida anche per la popolazione, per rassicurare le persone e dire loro che il volontariato c’è ed è possibile chiedere aiuto e riceverlo nel rispetto di tutte le norme di sicurezza. È stato attivato anche un numero di telefono che dà ascolto e supporto emotivo alle persone.
Sono inoltre stati pensati e realizzati dei moduli per chiedere e offrire aiuto che le persone possono appendere nei loro quartieri e nei condomini.
La presidente del CEV Lejla Sehic ha sottolineato come, nonostante ci venga imposta la distanza fisica, nei diversi Paesi europei le società siano diventate più coese grazie alle iniziative del volontariato.
“L’impegno di volontari e associazioni è stato riconfermato come una risposta fondamentale
in un momento di crisi, e il ruolo del volontariato nella società si è confermato essenziale.
È chiaro a tutti, ormai, che alla fine dell’emergenza sanitaria nulla tornerà com’era prima, neanche il mondo del volontariato,
che con i suoi atti di solidarietà e partecipazione sta dimostrando che il suo ruolo nelle future società civili è più che mai di fondamentale importanza”.
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PADOVA Ev Capital and Corona Virus Outbreak.
Volunteering Strategies in the COVID-19 Crisis