«Conviene… stare a casa e tornare all’intimità della vicinanza con sé stessi. E se improvvisamene ci rendiamo conto di essere sconosciuti a noi stessi, allora questa è l’occasione per cominciare un viaggio di scoperta interiore, che potrà continuare anche quando la tempesta sarà finita». Si concludeva così l’intervento della professoressa Ines Testoni pubblicato in Agorà all’inizio della pandemia.
Adesso che stiamo vivendo la “fase 2” anche Padova Capitale europea del volontariato 2020 riprende il suo cammino lanciando “Ripensiamo insieme l’Italia” chiedendosi, tra l’altro, anche: “ Come cambia il nostro agire volontario alla luce del nuovo mondo che «è» e «sarà»?” E di conseguenza, quale ‘capitale europea del volontariato’ può essere Padova da oggi e per il resto del 2020?”.
Ci viene di nuovo in aiuto la professoressa Testoni che nel frattempo ha lavorato a un “Catalogo delle perdite e dei ritrovamenti in tempi di Covid” con l’obiettivo di “capire quel che ci resta e che abbiamo (forse) perso dopo la pandemia che ci ha attraversato”. Uno strumento che ci offe molti punti di vista “altri” utili per “Ripensare” e procedere.
Il “Catalogo delle perdite e dei ritrovamenti in tempi di Covid” dell’Università di Padova è una raccolta di diversi punti di vista da cui lo sguardo umano parte per affrontare lo stesso problema e offrire opportunità inattese di ispirazione per trovare soluzioni al dopo pandemia.
Un catalogo, dal greco κατάλογος «elenco», è una lista sistematica di più oggetti della stessa specie, riuniti nello stesso luogo o per lo stesso scopo. Nel “Catalogo delle perdite e dei ritrovamenti in tempi di Covid” gli “oggetti” sono le riflessioni di donne e uomini della scienza, della cultura, dell’arte e della spiritualità; il “luogo” è il canale Youtube del Master in Death Studies & The End of Life”; lo “scopo” è capire quel che ci resta e che abbiamo (forse) perso dopo la pandemia che ci ha attraversato.
Il COVID-19 ha letteralmente “attraversato” i nostri corpi, il nostro modo di vivere e ha fatto emergere in ognuno di noi domande che mai pensavamo di porci. I video del Catalogo reperibili anche sul Canale Youtube del Master in “Death Studies & The End of Life” raccolgono le voci di medici, cardiologi, psicologi, politologi, geografi, astronomi, antropologi, scrittori, anestesisti, rabbini, monaci cattolici, monaci tibetani, rianimatori, drammaturghi, attori, immunologi, giornalisti, neuropsicologi, filosofi, oncologi, teologi, sociologi, critici cinematografici, critici d’arte e medici veterinari.
Ognuno ha narrato la sua esperienza di perdite e ritrovamenti: chi ha raccontato cosa insegnano o sanno dire i media, chi ha approfondito il ruolo dell’arte, chi quali libertà siano in gioco; altri hanno spiegato il dono della vita o le mappe geografiche che si sono disvelate, ma anche le geografie umane o le parole che riescono a riparare qualcosa che si è rotto; e ancora i temi della spiritualità, del volontariato, delle comunità etniche italiane, del rapporto genitori figli, della metamorfosi delle relazioni o dell’ansia e della psicologia dell’emergenza.
Ines Testoni direttrice del Master in “Death Studies & The End of Life” dell’Università di Padova dice:
«Erano le prime settimane della pandemia: medici, infermieri operatori sociali, ma anche persone comuni mi contattavano chiedendo suggerimenti, consigli e informazioni per gestire l’ondata terribile di morte che stava lasciando tutti traumatizzati e disarmati. Nessuno sapeva come muoversi di fronte a tanto orrore. L’idea è nata da queste richieste, vere e contingenti: trovare un luogo in cui elaborare questa esperienza. Nasce così la formula del “Catalogo delle perdite e dei ritrovamenti in tempi di Covid”, pensato come spazio in cui mettere in luce l’essenza del cambiamento, che è sempre costruito tanto sul lutto quanto sulla nascita, ovvero tanto sulla distruzione quanto sulla costruzione – continua Ines Testoni -. Presto partirà anche la versione internazionale perché si sono interessati all’iniziativa numerosi ricercatori che stanno studiando questo esperimento universitario padovano.”
«È un Catalogo necessario, perché ci aspetta un tempo di “crisi” ovvero di duro lavoro. Crisi significa cambiamento e cambiare significa lavorare. Lavorare stanca, ma ciò che stanca di più del lavoro è il non capirne il senso. Quando si capisce bene il senso del proprio impegno apprezzando la direzione presa dal cambiamento, la fatica e lo scoramento diminuiscono – sottolinea Ines Testoni-. Gli interventi sono i più vari, come si conviene a un Catalogo, e spaziano dalla psicologia alla medicina, dalla religione alla fisica, dalla geografia alla storia, dall’antropologia all’astronomia, perché i diversi punti di vista da cui lo sguardo umano parte per affrontare lo stesso problema offrono opportunità inattese di ispirazione per trovare soluzioni. Rimane – precisa Ines Testoni – un catalogo aperto, capace di accogliere nuove voci. Possono infatti offrire il proprio contributo tutte le studiose e gli studiosi che ritengono di aver compreso qualche aspetto del rapporto crisi/cambiamento, ossia di ciò che è andato perso e di ciò che stiamo costruendo sulle macerie. Basta scrivere a endlife.psicologia@unipd.it e sarà possibile programmare la registrazione».
Conclude la Testoni:
«Fondamentale per questo Catalogo è la sua capacità di raccontare, di saper creare ponti tra ciò che si sa e ciò che si esperisce. Passata l’emergenza, quando avremo faticosamente imparato a fare i conti con la paura e la morte senza censurarle, il Catalogo dovrà perciò trasformarsi in un “Inventario di esperti in soggettiva – oltrepassando il Covid”. Per questo motivo saranno nuovamente contattati coloro che già avranno partecipato al Catalogo affinché raccontino il passaggio dal prima al durante»