Sono nove i giovani, di età compresa fra i 18 e 28 anni, selezionati dal bando Segnali di futuro lanciato dal tavolo ‘Economia e sviluppo sostenibile’ di Padova Capitale. Hanno accolto la sfida di realizzare un video spot per raccontare, con un linguaggio contemporaneo e intergenerazionale, buone prassi di economia responsabile.

Chi ha aderito al bando, fra le quali prevale nettamente la presenza femminile (7 su 9), è stato accompagnato in un percorso di formazione, sia tecnico che sui contenuti.

Il ‘tavolo Economia’ infatti ha voluto approfondire con loro alcuni temi cardine dello sviluppo sostenibile, trattato nella declinazione più completa; quella cioè che va oltre alla sola compatibilità ambientale e considera la sostenibilità anche dal punto di vista sociale ed economico.

Contenuti e riflessioni importanti in un percorso di 10 ore che è stato pensato e supervisionato da Veneto Responsabile, la rete regionale per la responsabilità sociale d’impresa e di territorio, nata nel 2003 dall’aggregazione di varie organizzazioni ed associazioni con l’obiettivo di promuovere una cultura di impresa orientata alla responsabilità.

“Abbiamo coinvolto 3 relatori, docenti universitari o esperti della materia – ci illustra Luisa Balestra, direttrice di Veneto Responsabile che ha supervisionato l’intero iter di docenze – A Patrizia Messina, docente all’università di Padova e direttrice del Master in Governance delle reti di sviluppo locale abbiamo affidato il compito di approfondire il tema della Responsabilità sociale di territorio e sviluppo locale.

A Guido Mosca, membro del tavolo di lavoro e Presidente di Veneto Responsabile con una esperienza pluriennale in cooperazione allo sviluppo, commercio equo e finanza etica, abbiamo chiesto di trattare il tema specifico dell’economia circolare.

Io mi sono ritagliata lo spazio di una lezione per riflettere con le videomakers sul tema del cambiamento in atto e degli Obiettivi 2030 lanciati dalle Nazioni Unite. Dobbiamo infatti ricordare che l’ONU non solo individua i 17 Obiettivi di Sviluppo Sostenibile (Sustainable Development Goals – SDGs) ma riconosce alle imprese un ruolo chiave e determinante per raggiungerli. A tutte le imprese infatti viene richiesto un approccio fortemente proattivo allo sviluppo sostenibile per i prossimi 15 anni, attraverso lo sviluppo di nuovi modelli di business responsabile, di innovazione, di potenziamento tecnologico e di azione in partnership”.

A completamento della formazione ci sono stati gli incontri ed il confronto con Marco Segato, regista ed autore di numerosi film documentari e di video, curatore della direzione artistica di Euganea Film Festival e di Detour. Con lui il rapporto è stato proficuo: il linguaggio tecnico e narrativo utilizzato come base era infatti un patrimonio comune. Segato ha potuto mettere a disposizione tutta l’esperienza di chi ha iniziato questo lavoro oltre 15 anni fa.

I partecipanti al bando hanno una formazione e delle esperienze pregresse differenti; prevalgono quelle in comunicazione ed uso dei linguaggi visuali, ma non manca chi ha fatto studi umanistici, di psicologia o antropologia. Non era espressamente indicato nel bando, ma alcunɘ si sono presentate in squadra, segno della propensione per il lavoro in equipe che va sicuramente nella direzione di quanto il tavolo si proponeva come meta obiettivo: co-progettazione e lettura dei fenomeni con occhiali multidimensionali.

“Anche la provenienza geografica delle corsiste, che va ben oltre i confini della nostra città, è un dato interessante. Se Padova rappresenta un filo rosso sotterraneo, abbiamo partecipanti residenti in altre regioni. Segno che Padova Capitale – come era nell’intenzione del Comitato organizzatore – è stata un’esperienza di laboratorio che ha spesso travalicato i confini del nostra città. Ovviamente la condizione pandemica, aldilà di cosa ci sta sottraendo, ha reso necessaria una comunicazione laboratoriale a distanza che ha consentito la partecipazione da luoghi più lontani” commenta Luisa Balestra.

Una breve riflessione va fatta sui contenuti approfonditi negli incontri.

Il tavolo ci ha visto giusto; tuttɘ lɘ partecipanti avevano una sensibilità generale a questi temi, ma è stata l’occasione per approfondire, cogliere sfumature e tendenze. Si è lavorato affinchè il nuovo paradigma della sostenibilità d’ora in avanti faccia parte del loro bagaglio di cittadinɘ consapevoli, espertɘ di comunicazione in grado di cogliere gli aspetti veramente innovativi della società.

“Una parte preponderante del tempo della formazione l’abbiamo affidata a Patrizia Messina, che ha condotto due incontri. Ha sviluppato una riflessione profonda: oggi occorre declinare la responsabilità sociale della singola impresa (Corporate Social Responsibility-CSR) in Responsabilità Sociale di Territorio (RST). Un’evoluzione alla quale il mondo scientifico padovano sta contribuendo con le sue ricerche” precisa Luisa Balestra.

“Mettere i territori al centro della responsabilità sociale per lo sviluppo è una scelta importante perchè significa orientare tutti gli attori dello sviluppo verso un’assunzione di responsabilità: non solo le singole imprese, i singoli individui, ma anche le relazioni che generano legami sul territorio tra tutti agli altri attori strategici per lo sviluppo locale: ente locale e regionale, associazioni di rappresentanza degli interessi, imprese, banche, Università…. In questo modo si riesce ad andare oltre i vecchi schemi “compensativi” della CSR e cogliere il sistema di relazioni che lega l’impresa al contesto territoriale di riferimento” – ha argomentato Messina durante i suoi incontri.

A Guido Mosca il compito di entrare dentro i temi che definiscono l’economia circolare, sia sul lato produzione che da quello consumatore. Due aspetti fondamentali che lɘ videomakers potranno far emergere nei loro spot.

“L’eco-design prevede che i prodotti siano progettati per essere di lunga durata, facilmente riparabili, riutilizzabili, disassemblati, rifabbricati e, in ultima istanza, riciclati. Ma dobbiamo anche considerare l‘ecologia industriale e territoriale, quella che promuove lo scambio tra due o più industrie differenti, che operano nello stesso territorio, di risorse materiali come rifiuti o sottoprodotti” ha sottolineato Mosca.

Accompagnare il compratore ad effettuare acquisti responsabili che tengano conto degli impatti sociali e ambientali in tutto il ciclo di vita del prodotto è l’altro aspetto centrale della transizione in corso; diventano centrali i marchi di certificazione, gli acquisti a filiera corta ma anche il consumo collaborativo e l’uso responsabile del prodotto stesso. Come comunicare efficacemente tutto questo?

“Come raggiungere il più ampio numero di persone è la riflessione che ci ha portato a scrivere il bando – ricorda Marco Piccolo, coordinatore del tavole ‘Economia e sviluppo sostenibile’ – ci sembra importante che da Padova Capitale emergano dei prodotti che usano strumenti e linguaggi che si pongono questo obiettivo: rendere semplici ed accessibili temi complessi e decisivi per il nostro futuro”.

Terminata la formazione sono stati proposti cinque ambiti di economia civica virtuosa allɘ videomakers sui quali produrre i video.

“Gli ambiti da noi selezionati e riproposti sono stati l’economia socio-solidale; il commercio equo; il biologico inteso non solo come produzione ma per l’intera filiera; la sostenibilità ambiente e il turismo responsabile – illustra Piccolo – A questi abbiamo aggiunto quello del recupero e ridistribuzione che nel periodo pandemico ha assicurato la ridistribuzione alimentare. Per ognuno di questi 5 settori abbiamo associato alcune buone prassi locali: imprese, cooperative, negozi, ristoranti, imprese artigiane, reti di associazioni tra le più significative del nostro territorio provinciale. L’indicazione fornita allɘ ragazzɘ è stata di non concentrarsi tanto sulla singola esperienza quanto sul valore aggiunto e sugli elementi di contaminazione virtuosa che sono in grado di generare”.

Fatte le assegnazioni dei temi, per le quali si è tenuto conto fin dove possibile delle propensioni dei partecipanti, lɘ giovani hanno iniziato a lavorare.

“Il girato e le interviste richiederanno tempi più lunghi di quanto prevedevamo, a causa dei protocolli sanitari del Covid-19, per cui ci sarà un allungamento dei tempi di consegna. Per metà marzo contiamo di ricevere tutti i lavori” conclude Piccolo.

A quel punto si aprirà una nuova fase, quella del giudizio e della distribuzione degli spot. Ne parleremo in primavera.