I dati del primo report di CSVnet sulla mole di azioni, eventi e partnership messe in campo dai Csv negli ultimi 5 anni. Oltre 2 mila volontari formati, 1.300 persone coinvolte in mobilità all’estero, 269 progetti realizzati, soprattutto giovani, migranti, educazione e povertà. Tabò: “Confermata da vocazione europea della nostra rete”

Una rete sempre più proiettata verso l’Europa, capace di accreditare le esperienze e le competenze maturate sul campo dai centri di servizio per il volontariato per far crescere le associazioni. È quanto emerge da “I Csv in Europa” il primo report realizzato sul tema da CSVnet. La rilevazione, che ha coinvolto 53 Csv su 56 attivi in Italia a gennaio 2020, ha raccolto dati relativi al quinquennio 2015-2019, analizzando ambiti come la partecipazione a bandi europei, attività di formazione, organizzazione di eventi, mobilità formative, sviluppo di partnership europee etc.
Nel settore lavorano in modo organico più della metà dei Csv, grazie a uffici strutturati nel 25 per cento dei casi, mentre il 54 per cento offre un servizio di consulenza gratuito agli enti di terzo settore (Ets) sui bandi europei.

Negli ultimi cinque anni più della metà dei centri di servizio ha partecipato a 269 progetti europei, nel 26 per cento dei casi come capofila e nel restante 74 per cento in qualità di partner. Nell’anno in corso sono 42 i progetti attivi in 15 Csv. Sono 230 i progetti – l’86 per cento – che sono stati presentati da 22 Csv a valere su fondi diretti come Erasmus+, Europa per i cittadini. I progetti sui fondi indiretti sono invece il 14 per cento, presentati da 13 Csv.

Per realizzare questi progetti i Csv hanno collaborato con 459 partner italiani e 163 stranieri, tra cui non solo associazioni non profit, ma anche amministrazioni locali, scuole e università. Giovani, migranti, educazione, ambiente e povertà i temi su cui si è puntato di più. Erasmus+ si conferma il programma più congeniale alle esigenze del volontariato, seguono Europa per i cittadini e il Corpo Europeo di Solidarietà entrambi con 12 preferenze.

Per la ricerca dei bandi lo strumento più utilizzato è naturalmente Infobandi, la piattaforma online realizzata da CSVnet che raccoglie le migliori opportunità di finanziamento a livello nazionale e internazionale e che nel corso del 2019 ha registrato 126 mila utenti, con un raddoppio rispetto all’anno precedente.

Quasi la metà dei Csv ha dimostrato particolare attenzione agli eventi, come tavoli di lavoro e seminari formativi, per un totale di 112 iniziative seguite all’estero con i propri operatori: in molti casi gli appuntamenti hanno riguardato la vita associativa delle principali reti di cui i Csv fanno parte come il Centro europeo del volontariato (Cev), Eurodesk, Volunteurope. Altrettanto numerose le iniziative – 216 con una media di 8 all’anno per ogni Csv – organizzati in Italia da circa la metà dei Centri rispondenti, dedicati in particolare ai giovani, alla progettazione europea e in molti casi al programma Erasmus+.

La formazione dei volontari, anche in ambito europeo, si conferma una delle attività a cui i Centri dedicano più attenzione. Oltre 2.200 i volontari coinvolti in 140 attività formative organizzate dal 51 per cento dei Csv negli ultimi cinque anni, con una media di un corso all’anno. Intensa anche la formazione interna per lo staff, svolta dal 32 per cento dei Csv per un totale di 740 operatori coinvolti in 46 momenti formativi. Tra i temi più trattati le tecniche e metodologie di progettazione, il programma Erasmus+ e la ricerca di bandi e opportunità europee.

Significativi infine i numeri sulle mobilità formative organizzate all’estero da 12 Csv grazie ai programmi europei. Più di 1.300 persone hanno vissuto questa esperienza, tra cui 446 giovani, 424 studenti, 162 operatori di organizzazioni giovanili e più di 260 operatori in gran parte coinvolti in percorsi professionalizzanti cosiddetti “Vocational education and training” (Vet) e altri impegnati nell’educazione degli adulti. Sono invece 864 le persone ospitate dai Csv sempre nell’ambito di mobilità formative; anche in questo caso prevalgono i giovani (281) e gli studenti (407). Da sottolineare che circa il 18 percento delle persone coinvolte appartiene a categorie svantaggiate.

“I risultati di questa indagine, – afferma il presidente di CSVnet Stefano Tabò, – evidenziano con chiarezza la ‘vocazione europea’ della rete dei Csv italiani, espressa attraverso le competenze specifiche spese nei tanti progetti e soprattutto nell’immenso patrimonio di contatti e di legami internazionali che hanno saputo coltivare negli anni, e che sono stati facilitati anche dall’ufficio di CSVnet a Bruxelles. Il rapporto ci ha permesso anche di individuare i bisogni di quei Csv che non sono ancora entrati in questa ottica, e ci aiuterà a programmare le attività di CSVnet per rispondere ai bisogni emersi e per favorire quella proiezione europea che è sempre più necessaria per il volontariato e per tutto il terzo settore”.

Fonte: Redattore Sociale.

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