Dal 17 al 27 novembre 2021 uno scambio europeo virtuale sostenuto dall’Agenzia Nazionale Giovani nell’ambito del programma Erasmus+, ha coinvolto cinque organizzazioni di cinque Paesi: Italia (Popoli Insieme), Grecia (United Societies of Balkan), Spagna (Red Incola), Marocco (Mediterranean Forum for Social Development) e Ucraina (Development and Initiative).
Volunteers beyond borders, programmato inizialmente in presenza per il 2020 proprio a Padova in occasione dell’anno da Capitale Europea del Volontariato, ha avuto come obiettivo la promozione del volontariato nell’ambito sociale e di comunità come possibilità di contribuire all’inclusione di soggetti più fragili e di acquisire nuove competenze, personali e professionali, mettendosi in gioco in un contesto europeo.
I cinque gruppi di ragazze e ragazzi under 25 hanno preso parte ad otto giornate ricche di laboratori e attività interattive organizzate a turno dai referenti di ogni Paese.
Il primo giorno è stato dedicato al ruolo chiave giocato dal volontariato e dai volontari, in particolar modo negli ultimi due anni di restrizioni ed emergenza. Ilaria Ferraro del CSV di Padova e Rovigo ha presentato ai partecipanti il progetto “Per Padova noi ci siamo”, nato nei primi giorni di marzo del 2020 nel pieno della fase più difficile della pandemia e del primo lockdown. Dati, immagini e testimonianze hanno reso evidente l’impatto concreto che il volontariato ha avuto sulla quotidianità di chi, da un giorno all’altro, si era trovato in una situazione di estrema solitudine, senza più possibilità di acquistare beni di prima necessità o di frequentare le lezioni in didattica a distanza. Fondamentale è stato anche spiegare ai partecipanti ciò che sta dietro ad un progetto di queste dimensioni, ovvero il lavoro di coordinamento tra CSV, Comune di Padova e Diocesi di Padova. Solo coordinando diverse realtà, enti e associazioni è stato possibile mettere a sistema la spinta di solidarietà di più di 1000 persone che, in un momento così critico come la prima fase della pandemia, ha davvero fatto la differenza.
Nei giorni successivi, ampio spazio è stato dedicato al tema delle migrazioni, al valore delle parole, all’interculturalità e al dialogo. I volontari hanno partecipato ad un workshop sull’utilizzo delle parole nell’ambito delle migrazioni a cura dell’associazione spagnola Red Incola, dopodiché hanno potuto ascoltare la testimonianza di migrazione forzata di H., una rifugiata siriana arrivata in Italia con i corridoi umanitari. Il gruppo del Marocco ha organizzato un’intera giornata dedicata all’incontro tra culture, mentre i volontari connessi dall’Ucraina hanno coinvolto i partecipanti con un workshop sull’Oxford Debate: un ottimo esercizio per provare a mettersi nei panni degli altri e trovare una “buona ragione” anche nelle prospettive che, al primo momento, i partecipanti sentivano lontane da loro.
Nei giorni di scambio è divenuto sempre più evidente quanto il volontariato sia fatto di storie e di incontri e che, per raccontare tutto questo, esistono modalità diverse. Per questo Popoli Insieme ha curato un workshop sulla fotografia come mezzo per diffondere le azioni di volontariato e sulla relazione che si crea tra chi fotografa e chi viene fotografato.
Come essere davvero volontari oltre le frontiere? Red Incola ha introdotto ai partecipanti le diverse possibilità di svolgere volontariato all’estero, specialmente in Europa. Scegliere di mettersi in gioco in un’esperienza di questo tipo rappresenta un’opportunità sia per le organizzazioni che accolgono volontari, ma ancora di più per ragazze e ragazzi. Questi, infatti, non solo hanno la possibilità di contribuire a migliorare una situazione che sta loro a cuore, ma anche di imparare una lingua e acquisire nuove competenze. L’associazione greca United Societies of Balkan ha spostato la riflessione sulle possibilità aperte dai nuovi media e dell’online nel campo del volontariato, condividendo esperienze concrete di prossimità a distanza (proprio come nel caso di questo scambio europeo)! Infine, ha presentato ai partecipanti lo Youth Pass, un certificato che tutte e tutti hanno ricevuto al termine di questa esperienza e che attesta la partecipazione a percorsi di formazione formale e informale nell’ambito di progetti Erasmus+ e l’acquisizione di nuove competenze.
Per l’ultimo giorno di scambio, i gruppi dei cinque Paesi hanno preso parte ad un’attività off-line sul territorio. A Padova con Popoli Insieme ragazze e ragazzi sono stati accolti da alcuni volontari che, sul territorio, sono impegnati in un progetto che punta a superare la condizione di isolamento dei più giovani (compresi migranti e rifugiati) post covid-19, promuovendo l’anti-fragilità attraverso incontri in cui l’arte sociale e la street art diventano mezzi di espressione, comunicazione e relazione.
Dopo otto giorni di scambio, volontari e volontarie “oltre le frontiere” si sono salutati da dietro uno schermo con la promessa, però, di vedersi presto di persona.
Sarala, una delle partecipanti, ha raccontato che “l’esperienza con Volunteers Beyond Borders è stata una vera e propria boccata d’aria fresca, una ventata di novità che mi ha permesso di riprendere fiato dopo il periodo di lockdown. Il clima d’incontro e confronto che si è creato è stata una vera e propria sorpresa considerando che comunque erano incontri online. Ho imparato davvero tanto: riguardo le diverse culture, l’utilizzo della tecnologia come mezzo d’incontro, le diverse possibilità di volontariato all’estero e in Italia e su di me. Sono molto contenta di essere riuscita a mettermi in gioco e di aver partecipato a questa esperienza. Mi ha lasciato tutte le belle sensazioni che si hanno quando si conclude un viaggio, un benessere generale, una crescita interiore e soprattutto tantissima voglia di partire di nuovo”.