Uno dei frutti del percorso del tavolo “Povertà e nuove emarginazioni” di Padova capitale europea del volontariato 2020 è la ricerca “2020: Vivere senza dimora a Padova”, curata dal Dipartimento di psicologia dello sviluppo e della socializzazione dell’Università degli studi di Padova.

Durante il lockdown, lo sforzo di assicurare un’accoglienza alle persone senza dimora a Padova ha generato l’esperienza importante di casa Arcella, dove sono stati accolti più di cento ospiti: un’opportunità da non sprecare per comprendere i bisogni delle persone di strada e per individuare percorsi di integrazione oltre l’emergenza.

La ricerca è la prima del suo genere a Padova perchè indaga in particolare gli aspetti qualitativi del sistema di accoglienza e dà voce sia alle persone senza dimora – ne sono state intervistate 156, circa la metà di chi vive in strada a Padova – sia ai volontari e agli operatori di 16 organizzazioni del Terzo Settore che operano in questo ambito.

Grazie all’indagine che ha fotografato con maggior chiarezza una realtà significativa della città ci sono suggerimenti, alcuni a costo zero – frutto anche del confronto con chi opera con le persone senza dimora – utili per gli amministratori e la società civile per ripensare ad un nuovo modello di accoglienza.

La ricerca condotta si è proposta di conoscere in quale situazione abitativa e di salute vivono le persone che accedono ai servizi e quali sono le loro risorse; per poi approfondire punti di forza e di debolezza del modello organizzativo dell’Emergenza Freddo (E.F.) nel Comune di Padova. Una volta raccolti i dati, l’obiettivo era quello di proporre miglioramenti nell’organizzazione del lavoro e nella rete dei servizi coinvolti.

I dati sono stati raccolti nel periodo maggio-luglio 2020 seguendo tre fasi che hanno coinvolto 156 persone senza dimora e 16 organizzazioni.

 

 

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