L’assessora al volontariato del Comune di Padova, Cristina Piva, nel suo intervento all’evento di chiusura ufficiale di Padova capitale europea del volontariato del 30 aprile 2021 ha fatto una carrellata di questi mesi intensi, dall’istituzione dei tavoli di lavoro al progetto “Per Padova noi ci siamo” con un augurio e un proposito: di proseguire tutto quello che è stato attivato.

Riportiamo l’intervento completo.

 

Termina oggi l’anno che ha visto Padova, Capitale Europea del Volontariato, orgogliosa rappresentante di un mondo che si nutre di valori importanti.
Ci siamo incamminati verso questo evento con tappe di avvicinamento, che hanno mobilitato istituzioni, comunità e soprattutto il mondo del terzo settore e del volontariato, consapevoli della storia della nostra città e dell’immenso patrimonio che esiste intorno a noi.

Solo nella città esistono più di 3500 associazioni, alcune delle quali hanno una vita lunghissima e una altrettanto lunga tradizione di attività solidali.

Sono stati istituiti sette tavoli di lavoro cui hanno partecipato esponenti della cultura, dell’economia, dell’università, del mondo solidale, della società civile, per raccontarsi e analizzare i diversi aspetti che compongono la nostra comunità: cultura e istruzione, economia e sviluppo sostenibile, tecnologia e innovazione, ambiente e urbanistica, salute sport e benessere, povertà, diritti umani e pace in prospettiva dell’agenda 2030.

E’ stato un desiderio di analisi e decodificazione per comprendere dove stiamo andando.

Ma tutto questo patrimonio ha bisogno di essere valorizzato, consolidato e coordinato per poter reggere le sfide del futuro.
Il mondo della solidarietà e del terzo settore vive e opera in un territorio, ed il suo muoversi e attivarsi non è avulso dalla vita sociale, società civile e volontariato si nutrono infatti della stessa linfa .
Il volontariato cresce e si sviluppa però se a fianco ha un’amministrazione che sa ascoltare, che sa cooperare e progettare insieme.

La prova della veridicità di questa affermazione l’abbiamo avuta a qualche settimana dall’inaugurazione, quando, a poche ore dall’inizio del lockdown, l’Amministrazione comunale, la Diocesi, coordinate dal CSV, hanno compiuto quello che è stato un capolavoro di coordinamento e cooperazione, attivandosi attraverso i volontari e creando una rete di sostegno alla città.
Quello che è stato messo in campo è la fotografia di una magnifica intesa, dove il volontariato ha fatto la differenza, dove Padova Capitale è diventata sul campo il Capitale di Padova.

E’ iniziato così il progetto “Per Padova noi ci siamo” che è stato il braccio operativo disseminato nel territorio e che ha saputo prendersi carico dei bisogni emergenziali come raccogliere le richieste dei buoni spesa e consegnarli, portare la spesa alle persone confinate o non autosufficienti, consegnare le medicine e i presidi sanitari, raccogliere i bisogni più disparati per poi soddisfarli.
Con il contributo di molte persone o enti sono stati acquistati anche devices per chi non aveva mezzi con cui mettersi in contatto con la scuola e molte sono state le iniziative a sostegno degli alunni fragili e in difficoltà, anche grazie all’aiuto di molti studenti universitari.
Abbiamo assistito in quell’occasione all’incremento del desiderio di attivarsi nel mondo del volontariato, anche in forma non associata, cosa che ci fa pensare alla forte valenza della contaminazione.
E il proseguo del progetto, Per Padova noi ci siamo ancora, coglie proprio il senso della contaminazione che funziona benissimo in un sistema aggregativo territoriale, dove le persone si conoscono, conoscono le difficoltà e i bisogni di chi vive accanto e che ha gli stessi punti di riferimento: parlo dei quartieri dove esistono associazioni, parrocchie, comitati, ma anche servizi territoriali come le consulte di quartiere che hanno il compito di coordinare rafforzare e supportare le reti che già esistono ma anche farne nascere di nuove fornendo un sostegno affinché la capacità di dare risposte sia organizzata ed efficace.
Questa è la funzione generativa del volontariato che semina, contamina e si allarga perché come ha detto il presidente Mattarella il giorno dell’inaugurazione dell’anno di Padova Capitale “ il volontariato è un’energia irrinunciabile della comunità che si riverbera sulla qualità delle nostre vite a partire da quelle che si trovano in difficoltà.”

Ma il nostro impegno non finisce qui.

Ora dobbiamo proseguire insieme con l’obiettivo di trasformare la città in una comunità coesa. La sfida è far diventare strutturali questi cambiamenti.
C’è una forte spinta alla partecipazione, alla cittadinanza attiva, all’interno di associazioni ma anche individuale.
In tanti ci hanno dimostrato di voler essere presenti e voler fare la propria parte.
Dobbiamo fare in modo che queste forze siano coordinate e che si possa costruire qualcosa di duraturo, perché di questo anno da capitale non resti solo una celebrazione.

 

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