Creare relazioni e stringere alleanze per moltiplicare le risorse destinate alla ricerca: è questa la mission di Tes-Fondazione per la Biologia e la Medicina della Rigenerazione Onlus.
Nata a Padova nel 2006, Tes promuove la ricerca sul campo delle cellule staminali, tratte principalmente dal sangue dei donatori volontari, infatti Tes ha come partner principale Avis Regionale Veneto insieme a numerose Avis territoriali, e svolge le sue ricerche in sinergia con diversi atenei nazionali, tra cui Università di Padova, e numerose aziende sanitarie pubbliche regionali. Tra questi soggetti Tes fa da ponte, con l’obiettivo di unire conoscenze, competenze e risorse.
Grazie a questo approccio, in 15 anni di vita Tes ha condotto oltre 50 progetti scientifici, i cui risultati hanno ottenuto numerosi riconoscimenti e attualmente è impegnata in 12 progetti di ricerca pluriennali, per la cura di gravi patologie: tumori, emofilia, ischemia, danni cartilaginei e nervosi. A questi progetti, si è aggiunto da qualche settimana un progetto di ricerca sul COVID- 19, che si sta svolgendo presso l’ospedale di Treviso, utile per migliorare le capacità predittive sul decorso della malattia. La ricerca è condotta in collaborazione con il Dipartimento di Scienze del Farmaco e il Dipartimento di Neuroscienze- Sezione di Anatomia Umana Normale dell’Università di Padova, l’Unità Operativa Complessa di Medicina trasfusionale dell’Ospedale di Treviso e Avis Provinciale Treviso. Questa ricerca è resa possibile da una sinergia: Tes ha messo a disposizione uno strumento innovativo, il “BD Raphsody™ System” del valore di 60.000 euro, mentre l’Ospedale di Treviso ha finanziato la borsa di studio e l’Avis Provinciale Treviso provvede ai materiali di consumo.
IL PROGETTO:
Spiega il Professor Pierpaolo Parnigotto, Presidente di Fondazione Tes,
“Dal punto di vista scientifico, il progetto si concentra su alcune popolazioni di monociti e linfociti NK che, garantendo una protezione aspecifica nei confronti dell’infezione COVID- 19, possono essere utili indicatori per identificare una condizione soggettiva di maggiore o minore suscettibilità al virus. Questo permetterà di migliorare le capacità prognostiche sul decorso di ogni malato, e di conseguenza di affrontare con più consapevolezza l’infezione. Potremo monitorare i soggetti più a rischio, riconoscere tempestivamente i casi con più probabilità di decorso sfavorevole, razionalizzare le cure e i ricoveri, con benefici evidenti per gli individui e per il sistema sanitario. Nei mesi scorsi abbiamo ritenuto doveroso dare il nostro contributo alla ricerca sul COVID-19, pur senza distogliere l’attenzione dai nostri altri progetti in corso: non dimentichiamo infatti che i soggetti che soffrono o hanno sofferto di gravi patologie come quelle tumorali sono anche i soggetti più a rischio di infezione. In un contesto in cui sono molte e autorevoli le iniziative di ricerca sul COVID-19, indirizzate principalmente alla ricerca di un vaccino, abbiamo sentito particolarmente importante un approccio diverso e sistemico, che unisse le risorse e scatenasse un effetto moltiplicatore. Per questo abbiamo messo in piedi una collaborazione tra soggetti del primo e del terzo settore che è emblematico del nostro operare. D’altra parte proprio l’emergenza mondiale COVID-19 ha reso evidente a tutti che siamo tutti interconnessi e che solo unendo le forze possiamo cercare soluzioni e cure per la salute globale”.
Per saperne di più, www.fondazionetes.it